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Frequenza cardiaca a riposo: cos’è, valori normali e a cosa fare attenzione

La frequenza cardiaca a riposo è un importante parametro per verificare il proprio livello di fitness ma bisogna fare attenzione: i fattori che possono influenzarla sono tanti

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Frequenza cardiaca a riposo
Frequenza cardiaca a riposo

La frequenza cardiaca a riposo può dare una veloce indicazione dello stato di salute e fitness aerobico di una persona. Comprendere cos’è il battito a riposo e quali valori si hanno normalmente può aiutare a comprendere quando qualcosa non va oltre che a tracciare i propri progressi nell’allenamento.

Frequenza cardiaca a riposo: cos’è?

Con frequenza cardiaca a riposo si intende il numero di battiti del cuore in un minuto in condizioni, per l’appunto, di riposo. Una frequenza eccessivamente alta può essere sintomo di una bassa salute cardiovascolare. Al contrario, pochi battiti al minuto sono solitamente indicazione di un buon livello di fitness. Tuttavia, quando questo si verifica in una persona non allenata, potrebbe avere altri significati, come la presenza di una brachicardia.

È sempre bene consultare un medico per avere risposte più certe riguardo la propria salute cardiovascolare.

Battiti a riposo: il range normale

In molti si staranno chiedendo entro quale range la frequenza cardiaca a riposo è considerata normale. Ogni persona sarà ovviamente diversa, ma un adulto medio ha un battito a riposo compreso tra i 60 e i 100 bpm (American Heart Association).

Esistono tuttavia numerosi atleti con un battito a riposo decisamente più basso, anche sotto i 40 battiti al minuto. Si tratta di casi rari dal punto di vista statistico, ma nella maggior parte della popolazione può essere segno di un buon livello di fitness scendere sotto i 60.

Allo stesso tempo, la porzione superiore di questo range, sopra gli 80, è associata con un maggior rischio di problemi cardiovascolari e morte prematura in generale.

È inoltre necessario tenere contro che il battito cardiaco a riposo ideale può variare in base ad altri fattori. Citiamo per esempio l’età (adolescenti e bambini, specialmente i neonati hanno un battito molto accelerato rispetto agli adulti) e il genere (il cuore delle donne è in media più piccolo, e ciò rende necessario un numero maggiore di battiti per pompare la stessa quantità di sangue).

Frequenza bassa significa salute?

Un battito cardiaco basso in condizioni di riposo può significare un buon livello di salute cardiovascolare. Infatti, quando il cuore diventa più forte, pomperà più sangue a ogni battito e necessiterà di conseguenza di meno battiti per pompare la stessa quantità di sangue.

Numerosi atleti hanno una ridotta frequenza cardiaca che può scendere ben sotto la media. Anche nei non atleti, scenderà a mano a mano che il livello di fitness aumenta, in particolare svolgendo attività aerobica intensa come la corsa o la bicicletta.

Al contrario, pochi battiti in un individuo scarsamente allenato potrebbero essere sintomo che qualcosa non va, come per esempio la presenza della già citata brachicardia.

Frequenza cardiaca a riposo e allenamento

Valutare la propria frequenza cardiaca a riposo può aiutare a comprendere quando si ha esagerato con l’allenamento oltre che quando si ha completamente recuperato.

Il battito a riposo fluttua in base a molteplici fattori. Stress, disidratazione, mancanza di sonno e la possibile presenza di una malattia (parliamo per esempio di un’influenza) possono portarlo verso l’alto. Conoscendo quella che è la propria tendenza, si potrà verificare quando questo è superiore alla media. In assenza di fattori che influenzano il battito, una frequenza più alta di quella abituale (5bmp+) dopo un allenamento può indicare le necessità di far riposare il proprio corpo in seguito a una sessione troppo intensa per i propri standard. Potrebbe, perciò, essere utile concedersi del tempo per tornare alla normalità prima di buttarsi in un nuovo allenamento.

Misurare il battito a riposo

Dopo aver compreso la possibile utilità del battito cardiaco a riposo, in molti si chiederanno come monitorarlo su base quotidiana.

Innanzitutto, è bene comprendere che varie attività, come mangiare, bere e fumare, oltre che emozioni forti e stress, possono andare a incidere sulla frequenza ed è quindi bene non misurarla immediatamente dopo. Il fattore battito andrà inoltre peso con le pinze se si assumono medicinali che possono avere effetti su di esso. Alcuni possono anche abbassarlo.

Dopo aver preso in considerazione questi fattori, è possibile procedere. Si consiglia di effettuare la misurazione subito dopo essersi svegliati o dopo essere rimasti inattivi per una decina di minuti.

Esistono diversi metodi. Controllare il battito attraverso il polso permette di individuare la propria frequenza cardiaca senza l’utilizzo di accessori. Basterà contare il numero di battiti in un minuto o in una sua frazione e poi moltiplicare (per esempio calcolare i battiti nell’arco di 10 secondi e successivamente moltiplicare per 6).

È, inoltre, possibile utilizzare una delle tante applicazioni per smartphone che consentono di farlo ponendo il dito sul flash accesso.

Per chi può spendere qualche soldo, sul mercato sono disponibili numerosi smartwatch e fitness bands che monitorano il battito cardiaco di chi li indossa.

Conclusioni

La frequenza cardiaca a riposo può dare numerose indicazioni riguardo la salute cardiovascolare di una persona. Inoltre, monitorare il proprio cuore è utile in quanto permette di individuare potenziali anomalie quando il suo comportamento varia rispetto alla normalità. È tuttavia importante considerare che quelli sopra citati sono consigli generali, è sempre raccomandato recarsi da un medico per avere maggiori certezze e per individuare possibili criticità o problemi di salute.

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