Seguici su

Idee & Consigli

Tennis, game set dolore: guida completa per gestire gli infortuni

Pubblicato

il

Giocatore di tennis
Giocatore di tennis (© Depositphotos)

L’avversario è a fondocampo, il braccio carica il servizio, la racchetta impatta la palla con una forza esplosiva. È un ace. La gioia di un punto vinto, la potenza di uno smash vincente, l’eleganza di un rovescio lungolinea: queste sono le istantanee che alimentano la passione per il tennis. Ma dietro ogni colpo perfetto si nasconde una realtà fisica ineludibile. Il tennis, fatto di gesti ripetitivi e impatti ad alta intensità, espone naturalmente agli infortuni. Capire, prevenire e gestire questi problemi è la chiave per trasformare la passione in una carriera lunga e appagante.

La mappa del dolore del tennista: conoscere il nemico

Per affrontare un avversario, bisogna prima studiarlo. Lo stesso vale per gli infortuni. Conoscere i punti deboli che il tennis sollecita nel nostro corpo è il primo passo per proteggerli. Le problematiche non sono eventi casuali, ma il risultato di una catena di cause ed effetti che attraversa l’intero sistema muscolo-scheletrico.

L’epicondilite, o “gomito del tennista”: oltre il cliché

Iconico ma spesso frainteso, il “gomito del tennista” è un’infiammazione dei tendini dei muscoli estensori che si inseriscono sull’epicondilo laterale. È un tipico infortunio da sovraccarico: a ogni impatto (soprattutto nel rovescio) vibrazioni e shock si scaricano su quell’area, peggiorati da tecnica imperfetta, corde troppo tese o eccesso di gioco. I segnali sono chiari: dolore acuto sul lato esterno del gomito (con possibile irradiazione all’avambraccio) e perdita di forza nella presa.

La catena cinetica sotto stress: spalla, schiena e ginocchio

Un errore comune è pensare agli infortuni come a eventi isolati. In realtà, il corpo di un tennista funziona come una catena cinetica: un anello debole può causare un problema in un punto completamente diverso del sistema. Una scarsa flessione delle ginocchia durante il servizio, ad esempio, costringe la spalla e il gomito a un lavoro extra, aumentando il rischio di lesioni.

  • Spalla e cuffia dei rotatori: Il servizio e lo smash sono movimenti esplosivi che portano il braccio sopra la testa, mettendo a dura prova la complessa articolazione della spalla. Questo può portare a infiammazioni dei tendini della cuffia dei rotatori e a sindromi da conflitto (impingement), dove i tendini vengono “pizzicati” durante il movimento. Non a caso, le lesioni croniche colpiscono prevalentemente l’arto superiore.
  • Mal di schiena (lombalgia): Le potenti rotazioni del tronco, unite ai continui cambi di direzione e alle frenate brusche, esercitano un’enorme pressione sulla regione lombare. L’intrinseca asimmetria del tennis, che sollecita un lato del corpo più dell’altro, può creare squilibri muscolari che, a lungo andare, si traducono in dolore e contratture.
  • Arti inferiori: Se gli arti superiori soffrono di lesioni da usura, quelli inferiori sono il regno dei traumi acuti. Le distorsioni alla caviglia sono all’ordine del giorno, causate dai rapidi spostamenti laterali. Le ginocchia, invece, subiscono il contraccolpo dei continui impatti con le superfici di gioco, spesso dure, che possono portare a tendinopatie rotulee o, nei casi più gravi, a fratture da stress. Le statistiche mostrano che gli arti inferiori sono la zona più frequentemente colpita da infortuni acuti.

La migliore cura è la prevenzione: costruire un fisico a prova di infortunio

La gestione proattiva del proprio corpo è ciò che distingue un giocatore amatoriale da un atleta consapevole. Adottare una routine di prevenzione non è un optional, ma un investimento sulla propria longevità sportiva.

Il riscaldamento non è negoziabile

Entrare in campo “a freddo” è una delle cause principali di infortuni muscolari. La ricerca è chiara: un programma di riscaldamento inferiore ai 10 minuti può aumentare la probabilità di un infortunio fino a tre volte. Una routine efficace dovrebbe includere sempre una fase di attivazione cardiovascolare (come una corsetta leggera) e una serie di esercizi di stretching dinamico e mobilità articolare.

L’allenamento della forza: l’armatura del tennista

Un corpo forte è un corpo più resiliente. L’allenamento con i pesi o a corpo libero non serve solo a colpire più forte, ma a creare una vera e propria “armatura” protettiva. È fondamentale concentrarsi sul rinforzo di:

  • Core: un addome forte e stabile è il motore del tennista. Trasferisce l’energia dalle gambe al braccio e protegge la colonna vertebrale durante le torsioni.
  • Gambe e glutei: esercizi come gli squat sono indispensabili per costruire la forza necessaria ad assorbire i sovraccarichi e a mantenere l’equilibrio durante gli scambi.
  • Spalle e schiena: un lavoro mirato sulla stabilizzazione delle scapole e sul rinforzo della cuffia dei rotatori è cruciale per proteggere l’articolazione della spalla.

Oltre il campo: recupero, sonno e idratazione

La partita non finisce con l’ultimo punto. Il recupero è una fase attiva dell’allenamento. Stretching post-partita, sonno di qualità per la rigenerazione dei tessuti e un’idratazione costante sono elementi essenziali per limitare l’indolenzimento muscolare e prevenire infortuni legati alla disidratazione.

Zona a Rischio Infortunio comune Strategia di prevenzione chiave
Gomito Epicondilite Esercizi di rinforzo per l’avambraccio; Verifica della tecnica e dell’attrezzatura (incordatura).
Spalla Tendinite della cuffia dei rotatori Esercizi di stabilizzazione scapolare; Stretching per la capsula posteriore dell’articolazione.
Schiena Lombalgia Allenamento del core (plank, esercizi di stabilità); Miglioramento della mobilità dell’anca.
Ginocchio Tendinopatia rotulea Squat e affondi per rinforzare i quadricipiti; Gestione dei carichi di allenamento.
Caviglia Distorsione Esercizi di propriocezione (es. su tavoletta instabile); Utilizzo di calzature adeguate.

Gestire l’infiammazione: la strategia vincente per il ritorno in campo

Anche con la migliore prevenzione il dolore può comparire: in quei momenti bisogna intervenire rapidamente. L’infiammazione avvia la guarigione, ma se è eccessiva provoca dolore e rallenta il recupero.

L’approccio mirato: i vantaggi del trattamento topico

I primi passi per gestire un’infiammazione acuta sono il riposo e l’applicazione di ghiaccio (crioterapia). Quando questo non basta, i farmaci antinfiammatori non steroidei (FANS) rappresentano un valido aiuto per controllare il dolore. Per un atleta, la scelta della formulazione è strategica. Mentre i FANS assunti per via orale agiscono su tutto l’organismo, le formulazioni topiche (gel, cerotti medicati) offrono un vantaggio decisivo: concentrano il principio attivo esattamente dove serve, nel punto del dolore. Questo approccio mirato permette di trattare il sintomo locale (il dolore al gomito, l’infiammazione alla spalla) senza interferire con il programma sistemico di recupero, allenamento e nutrizione. Si minimizza così il rischio di effetti collaterali a livello gastrointestinale, un aspetto cruciale per chi deve mantenere un regime alimentare e di idratazione ottimale.

Tra i principi attivi più efficaci troviamo il Diclofenac.
Il Diclofenac è un principio attivo dall’efficacia antinfiammatoria e analgesica consolidata, che agisce inibendo la produzione delle sostanze responsabili del dolore e dell’infiammazione. La versatilità della linea permette di scegliere la soluzione più adatta a ogni esigenza:

  • In caso di dolori persistenti e diffusi, come quelli alla schiena o alla spalla, un cerotto medicato offre un rilascio controllato del principio attivo per 24 ore, garantendo un sollievo costante e duraturo.
  • Per un intervento rapido su un dolore acuto post-allenamento o un trauma contusivo, un antinfiammatorio in gel permette un’applicazione diretta sulla zona interessata, con un assorbimento veloce e un’azione mirata contro dolore e infiammazione.

Gioca, recupera, vinci: la tua carriera nel tennis dura una vita

Il tennis è una maratona, non uno sprint. La vera vittoria non risiede solo nel punteggio finale, ma nella capacità di rimanere in gioco, anno dopo anno, con passione e integrità fisica. Gestire un infortunio non è una battuta d’arresto, ma un’opportunità per conoscere meglio il proprio corpo e diventare un atleta più forte e consapevole. Perché la partita più importante è quella che ci permette di continuare a giocare.

Clicca per commentare

Tu cosa ne pensi?

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

OA - Testata giornalistica N. 16/2014 iscritta presso il Registro della stampa del Tribunale di Monza dal 1/12/2014

Concessionarie di pubblicità: Diario del Web S.r.l. - © 2013-2025. Editore: CLESS Soc. Coop.

Servizi informatici forniti da Diario del Web S.r.l.